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Gli anni 
Annie Ernaux

Autobiografia 

Come accade che il tempo che abbiamo vissuto diviene la nostra vita? È questo il nodo affrontato da Gli anni, romanzo autobiografico e al contempo cronaca collettiva del nostro mondo dal dopoguerra a oggi, nodo sciolto in un canto indissolubile attraverso la magistrale fusione della voce individuale con il coro della Storia. Annie Ernaux convoca la Liberazione, l’Algeria, la maternità, de Gaulle, il ’68, l’emancipazione femminile, Mitterrand; e ancora l’avanzata della merce, le tentazioni del conformismo, l’avvento di internet, l’undici settembre, la riscoperta del desiderio. Scandita dalla descrizione di fotografie e pranzi dei giorni di festa, questa «autobiografia impersonale» immerge anche la nostra esistenza nel flusso di un’inedita pratica della memoria che, spronata da una lingua tersa e affilatissima, riesce nel prodigio di «salvare» la storia di generazioni coniugando vita e morte nella luce abbagliante della bellezza del mondo.

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Le ragazze erano sempre minacciate da un senso di vergogna. La loro maniera di vestirsi e di truccarsi era sempre a rischio di un troppo: corto, lungo, scollato, stretto, trasparente eccetera. L'altezza dei tacchi, le frequentazioni, le uscite, l'ora del rientro a casa, ogni mese lo stato delle mutandine, tutto ciò che le riguardava era oggetto di una sorveglianza generale da parte della comunità.[...] Nulla, non l'intelligenza, non gli studi, non la bellezza, contava altrettanto per una ragazza quanto la sua reputazione sessuale, ovverosia il suo valore sul mercato del matrimonio, valore di cui le madri, riproducendo quanto era successo a loro in gioventù, diventavano le zelanti guardiane: se vai a letto con qualcuno prima di sposarti non ti vorrà più nessuno [...]. Fino al matrimonio, ogni storia d'amore si svolgeva sotto lo sguardo giudicante degli altri. 

Citazione

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