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Italiani e no
Goffredo Buccini

Immigrazione

Questo libro è un viaggio tra le paure (e quindi gli sbagli) che hanno accompagnato la politica migratoria in Italia ed è necessario per smontare l’idea degli italiani brava gente. Per capire, quindi, che la nostra storia sociale e politica degli ultimi 30 anni (dall’immigrazione di massa degli albanesi a partire dal 1991) è fatta, sì, di solidarietà e mani tese ma anche, e in maniera rilevante, di xenophobia, razzismo e gestione scellerata delle risorse. Il libro, ripercorrendo alcuni degli avvenimenti più cruciali della storia dell’Italia come paese d’immigrazione, mette in luce alcuni dei problemi mai risolti: dalla questione dei cosidetti “irregolari” (che si è voluta sempre risolvere attraverso mezzi inadeguati come le famose sanatorie) alla tendenza emergenziale nel approcciare un fenomeno, quello migratorio, che si è rilevato invece sempre più sistemico e strutturale.

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Anne Applebaum, premio Pulitzer e saggista americana naturalizzata polacca, ha sostenuto alla riunione di novembre 2019 del Faith Angle Europe a Cat Ferrat che in Italia “l’immigrazione è un talismano che racchiude tutte le altre paure”, povertà, disoccupazione, crisi della fede e dell’identità, caos. In parte ha ragione. Perché da noi l’immigrazione non è, in sé, la questione più grave. Tuttavia, lo può diventare. Perché innerva ed enfatizza tutte le altre questioni che pure le preesistono: dalla crisi abitativa a quella del welfare, dalla lentezza della giustizia alla corruzione delle burocrazie, dalle liste d’attesa nella sanità alla paralisi dell’ascensore sociale fino all’emergenza di nuove manovalanze criminali. Per inceppare ingranaggi fragili non servono macigni, bastano sassolini.

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